Quattro ore d’attesa al Pronto Soccorso

Un’attesa di 4 ore al Pronto Soccorso del Ramazzini è stata segnalata all’Ufficio Reclami da parte di Elisa C., moglie di Matteo, 33 anni, titolare di una ditta d’installazione di impianti elettrici, il quale soffre della sindrome di Gian Barré, che colpisce il sistema nervoso. “Quando siamo arrivati al Pronto Soccorso del Ramazzini – racconta Elisa – Matteo stava male da una decina di giorni: non riusciva a camminare, aveva la febbre e sentiva formicolii a mani e piedi. Quando ci hanno accolto al triage, ci hanno chiesto i sintomi e gli hanno provato la febbre, dopodichè mio marito ha iniziato a sudare e ad avvertire un malessere generalizzato. Io, che sono infermiera e vedevo i segnali di questo malessere, mi sono rivolta al personale per farlo presente e mi è stato risposto di prendere una barella. Siamo stati in corridoio quattro ore, mio marito sulla barella e io insieme a lui ad aspettare. Alle 18 ci siamo stancati: ho aiutato Matteo e insieme ci siamo recati all’ospedale di Correggio. Lì, al pronto soccorso ci hanno fatto aspettare 20 minuti soltanto, poi gli hanno fatto gli esami del sangue ed è stato deciso il trasferimento a Reggio, dov’è stato sottoposto ad una consulenza neurologica. Ora si trova tracheostomizzato. Non crediamo che il decorso della malattia sarebbe stato diverso se avessimo atteso meno a Carpi, ma non abbiamo gradito il modo in cui siamo stati trattati” risponde Elisa. “Abbiamo già risposto direttamente alla moglie del paziente che quel pomeriggio, dalle 14 alle 20, sono state accettate 53 persone – spiega Carlo Tassi, primario del Pronto Soccorso – Il marito di Elisa era contraddistinto da un codice verde e l’attesa non ha assolutamente pregiudicato la sua prognosi. Se gli infermieri non l’hanno ascoltata era perché avevano molto da fare. Mi ricordo precisamente il giorno in cui sono venuti: era lunedì  e quel giorno per noi si registra sempre molto affollamento”.

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